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Il palazzo reale di Portici è una dimora storica fatta costruire dal re di Napoli Carlo III di Borbone a partire dal 1738 e destinata a diventare sua dimora ufficiale. La sua edificazione, portata a termine nel 1742, precede quella della Reggia di Caserta, i cui lavori durarono più di vent’anni, dal 1752 fino al 1774.

Si racconta che il sovrano e sua moglie Maria Amalia di Sassonia fossero in visita presso la villa del duca d’Elboeuf quando rimasero entrambi profondamente affascinati dall’amenità del luogo, tanto da commissionare ad Antonio Canevari il progetto edilizio della reggia. L’architetto, che aveva partecipato anche ai lavori per la costruzione della Reggia di Capodimonte, fu affiancato dal pittore Giuseppe Bonito, che decorò le sale del palazzo, e dallo scultore Joseph Canart che allestì le opere scultoree del parco reale, ricorrendo al prezioso marmo di Carrara.

Le opere di scavo portarono alla luce numerose opere d’arte di valore, tra cui un tempio con 24 colonne di marmo, che furono sistemate temporaneamente nel Museo di Portici, annesso alla Accademia Ercolanese, dove vengono depositati i reperti provenienti dagli scavi archeologici di Ercolano.

Tra monarchia e rivoluzione: una storia tumultuosa 

Durante la rivoluzione napoletana del 1799, combattuta dai rivoltosi per rovesciare la monarchia borbonica ed instaurare la Repubblica partenopea, la Reggia fu abbandonata e spogliata di numerose opere d’arte a causa della fuga a Palermo della corte reale, che portò con sé 60 casse piene di reperti. Nel 1806, quando divenne re di Napoli Giuseppe Bonaparte, le antichità rimaste a Portici furono trasferite al Museo di Napoli, dove furono sistemate, dopo il ritorno dei Borbone, anche le opere trasferite precedentemente nella capitale siciliana. Il Museo di Portici trovò così la sua fine, anche se il trasferimento delle pitture parietali venne concluso solo nel 1827.

Sotto Ferdinando II di Borbone, la reggia acquistò un collegamento diretto con Napoli, grazie alla più antica linea ferroviaria italiana (inaugurata nel 1839), ed ospitò anche il pontefice Pio IX, per divenire progressivamente un sito sempre meno frequentato col passare dei decenni.

Il bosco e i giardini all’inglese

Di particolare rilievo è il bosco, dotato di ampi viali contornati di giardini all’inglese che fanno da sfondo ad opere d’arte tra cui vanno annoverate la Fontana delle sirene, il Chiosco di re Carlo e la Fontana dei cigni e persino un anfiteatro. All’interno del parco fu anche allestito uno zoo con specie di animali esotici che il sovrano Ferdinando IV volle far giungere dall’estero.

Oggi la reggia ospita la sede della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” ed alcuni musei.

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Source: grande napoli